L’ormesi: come lo stress può migliorare la nostra vita

Per la maggior parte della nostra esistenza ci siamo adattati ad un ambiente molto diverso da quello in cui viviamo oggi. Con il progredire delle conoscenze e della tecnologia è cambiato il nostro modo di interagire con l’ambiente: invece di camminare prendiamo la macchina, se sentiamo freddo accendiamo i riscaldamenti o se fa caldo l’aria condizionata e di sicuro non dobbiamo più preoccuparci di andare a procacciare una succulenta preda per cena.

Per i nostri antenati però non era così perché condizioni ambientali estreme e continui pericoli erano parte integrante della vita di tutti i giorni. L’abilità nel rispondere e adattarsi a queste condizioni (temperature estreme, ricerca del cibo, difesa da animali feroci) era essenziale visto che sopravviveva il più forte, colui che meglio riusciva ad adattarsi.

L’ormesi: cos’è e come sfruttarla

Un essenziale contributo all’evoluzione dell’uomo è quella risposta biologica adattativa conosciuta come Ormesi: quando il nostro corpo affronta una situazione stressante (uno stress acuto sul breve termine può essere il nostro allenamento, un digiuno, un’esposizione ad una temperatura molto bassa/alta, una corsa impegnativa) avvierà una serie di risposte biochimiche di difesa (stress inteso come un elemento che scardina l’equilibrio sistemico del nostro corpo).

L’ormési, dal verbo greco ormao, che significa stimolare, è una relazione dose/risposta caratterizzata da un effetto bifasico: molti organismi/sistemi biologici esposti ad un’ampia gamma di stimoli mostrano risposte opposte a seconda della dose; l’ormesi viene considerata una funzione adattativa (Amendola, Cerioli, Migliore, 2006, 2008).

Questo processo porta il corpo a mettere in atto una miriade di meccanismi protettivi e di risposte cellulari “potenziate e rinforzate” in anticipazione a futuri eventi stressanti che porteranno il sistema ad adattarsi (esempio l’aumento della forza e/o l’ipertrofia muscolare e tutto quello che otteniamo con un allenamento sensato e programmato).

Secondo il concetto ormetico, introducendo uno stress acuto il corpo reagisce per prepararsi e resistere meglio a nuovi stress futuri di analoga portata.

L’adattamento è un punto centrale: la nostra capacità di mantenere l’omeostasi e di far fronte a situazioni stressanti (ambientali estreme, psicologiche, fisiologiche, cognitive) è fondamentale per un sano funzionamento del nostro sistema.

Questo implica che l’intensità ottimale degli stimoli ormetici varia da individuo a individuo. Prendendo l’esempio dell’attività fisica, un atleta professionista avrà chiaramente bisogno di stimoli allenanti ben più intensi rispetto a una persona sedentaria.

Tuttavia con lo stile di vita odierno quell’importante percentuale di stress “acuto” su cui si basa l’ormesi è sbilanciata: cattive abitudini alimentari, uno stile di vita sedentario, l’inquinamento ambientale, l’esposizione a prodotti tossici e il prolungato stress psicologico portano ad uno stress cronico che il nostro corpo non riesce più a gestire, tendendo così a indebolirsi.

Vi starete a questo punto chiedendo: come si può vivere una vita in salute rendendo il nostro sistema più forte, più adattabile e resiliente?

Con l’allenamento! Esponendoci volontariamente, costantemente e di nostra iniziativa a situazioni stimolanti per il nostro corpo. Un allenamento programmato da un professionista, esposizioni a temperature estreme (come una bella doccia fredda o una sauna calda), respirazioni come quella del metodo Wim Hof e del Tummo (che approfondiremo in un prossimo articolo), una corsa pianificata con criterio: tutte quelle attività che, se fatte con intelligenza, nel medio-lungo termine porteranno a una supercompensazione da parte nostro corpo.

Bullman Studio

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